SEMIOTICA E
STORYTELLING
Appunti di Gaia Grazia Serra
Università degli Studi di Bologna
Facoltà di Scienze della Comunicazione
Corso di laurea in Scienze della Comunicazione
Esame di Semiotica e Storytelling
Docente: Giovanna Cosenza
Anno accademico - 2022/2023Appunti di Semiotica e Storytelling - prof. Cosenza
Appunti su “Capire la semiotica” - Pozzato e “Cos’è la semiotica visiva?” - Polidoro
Per capire è necessario l’utilizzo di un linguaggio conosciuto, appartenente a un contesto
condiviso. → livello profondo: costituiscono la struttura intima dei livelli manifestati. La
semiotica studia come qualcosa acquisti significato per qualcuno.
Testo: qualsiasi cosa interpretabile. Un testo potrebbe quindi essere anche visibile.
(esempio Tuscia) Appartiene a un determinato genere di discorso. Per riconoscerlo
possiamo servirci di:
- competenza linguistica (parole con senso)
- competenza figurativa (in base alla cultura, tratti visivi riconducibili all’esperienza)
- competenza di genere (ricondurre il testo a una tipo → brochure = pubblicità turistica)
- competenze culturali (storia e arte)
Si scelgono le giuste caratteristiche in base al contesto.
- intertestualità: rimando ad altri testi, all’interno di un testo
- sincretismo: il testo esprime il significato attraverso sostanze dell’espressione
differenti, appartenenti a diversi linguaggi (verbale, visivo, musicale)
Passeggiate inferenziali (Eco): tentativi più o meno fantasiosi di ipotizzare basandosi su
indizi.
→ arbitrarietà o meno delle interpretazioni: le inferenza dipendono dal livello culturale di
ognuno.
La semiotica considera:
- dimensione cognitiva della significazione: ciò che capiamo
- dimensione passionale della s.: ciò che suscita emozioni
- dimensione sensibile della s. : ciò che causa reazioni somatiche
- dimensione persuasiva della s. : ciò che spinge ad agire
→ Problematica del legame interpretazione e valore, interpretiamo prima e meglio ciò che
per noi ha valore.
Narrazione: atto/ processo di narrare
Narrativa: genere, contrapposto alla saggistica normalmente
Narratività: principio di organizzazione del senso, necessità di organizzare dei significati
sotto forma di storie
→ un soggetto (destinatario) compie un’azione come se fosse un automatismo, non si
rende conto dell’azione stessa fin quando incontra un intoppo. La narratività segue questo
principio, crea/trova l’intoppo, il conflitto che interrompe la regolarità. I soggetti devono
essere disgiunti da un oggetto di valore (mancanza/ scopo del s.) da raggiungere →
movimento narrativo che restituirà la regolarità persa. → STRUTTURA DI DESTINAZIONE:
mandante dell’azione del soggetto: destinante (può coincidere col soggetto:
autodestinazione)
Il destinante si serve di: minaccia, seduzione, premio/promessa e/o provocazione.
→ GRAMMATICA NARRATIVA (Greimas):
- azione progettata dal soggetto: programma narrativo
- opera di persuasione del destinante: manipolazione
→ Schema attanziale: attante= tipo generale di personaggio\ruolo / attore= personaggio
vero e proprio, dotato di caratteristiche definite
Un attore può interpretare più attanti. Gli attanti sono cinque: Destinante, Soggetto
(Destinatario), Oggetto di valore (motivazione di S), Aiutante e Oppositore.
1Antagonisti diretti di S. e D. : Anti-Soggetto e Anti-Destinatario.
→ Schema polemico: struttura di contrapposizione tra amici e nemici
→ Schema narrativo canonico:
- Manipolazione
- Competenza: il S acquisisce le competenze necessarie per completare il p.n.
Sono incluse tutte le modalità (modellizzazione): saper fare, poter fare, voler fare, dover
fare. Il soggetto deve possedere quelle compatibili fra loro.
- Performance: azione che
trasforma lo stato narrativo,
presunto ricongiungimento tra S e
OV
- Sanzione: il Destinante giudica
Possono esserci più attanti con lo stesso
ruolo in una storia. Un oggetto ha dei
valori positivi (euforici) e/o negativi
(disforici), la cui attribuzione si chiama
assiologia.
→ Narrazioni per immagini → percorso generativo: schema che distingue diversi livelli di
contenuto di un testo, profondi e astratti. Non è un percorso genetico, ossia descrizione delle
tappe di produzione del testo.
1. livello profondo delle strutture semionarrative: ci sono le opposizioni semantiche
intorno alle quali gira il testo. (q.s.) I valori corrispondono ai poli di un q.s. e le
trasformazioni di questi valori sono raffigurate attraverso gli spostamenti tra i poli,
possono essere affermazioni (da contraddittorio a contrario) e negazioni (tra
contraddittori)
2. I valori sono associati a Soggetti e Oggetti di valore ecc. Ancora il livello è
astratto e si costruisce un’idea di narrazione. Non ci sono attori, ma solo attanti.
3. livello delle strutture discorsive, le strutture semionarrative astratte si
concretizzano in soggetti e oggetti di valore. Attori con caratteristiche, elementi
raggruppati in temi, ognuno dei quali ha una serie di ruoli tematici e figure.
→ ultimo passaggio: testualizzazione attraverso un linguaggio specifico.
Da descrizione esigua a descrizione densa:
→ l’uomo coincide coi segni coi quali definisce il mondo (Peirce), si ritrova a organizzare un
contenuto (costruire il significato di qualcosa), nominandolo, ove possibile, linguisticamente.
Per farlo bisogna saper riconoscere il suo opposto.
→ La semantica (studio dei significati) si serve delle categorie (due termini contrari) →
quadrato semiotico (Greimas) :
→ Semantica componenziale: concepiamo qualcosa mettendo insieme componenti di
significato.
→ L’analisi semiotica incrementa (Floch):
- pertinenza: selezione di ciò che è cruciale, più importante → prova di
commutazione (Hjelmslev)
- intelligibilità
- differenziazione degli elementi, articolazione interna
Corpus d’analisi: oggetto sotto analisi a cui noi siamo dei limiti (chiusura).
2Lessico e costruzione linguistica: prima interfaccia per arrivare al significato. Dobbiamo
chiederci: “attorno a quali valori gira la frase?” “che tipo di scenario narrativo?” Lo schema
narrativo può essere polemico (conflittuale) e/o contrattuale. (esempio “incredibile India”) I
temi possono essere resi concreti attraverso una figura, figurativizzati.
→ Isotopia: legame semantico tra le varie parti di un testo, rendendolo coerente grazie
all’unità semantica o sema. La semiotica interpretativa parla di topic. (di cosa sta parlando il
testo?)
Quando avviene l’affermazione di entrambi i termini di una relazione di contrarietà, il testo
afferma un termine complesso. Quando li nega entrambi afferma un termine neutro.
Quando analizziamo un testo dobbiamo chiederci:
- quali sono le categorie semantiche intorno alle quali ruota il testo, ossia quali valori
semantici attraggono il S.
- quali assiologie vengono investite nelle categorie, quali sono positive e quali negative
per S.
- cosa si nega e cosa di afferma, ossia cosa non si realizza e cosa si nel testo.
Testo= enunciato= prodotto dell’enunciazione. L’enunciazione è la costruzione del
significato di ciò che vediamo, un’attività creativa e strategica. MA è del tutto intenzionale?
(es. sogno)
→ istanze enunciazionali (Coquet): posizioni enuncianti da asserzione a assunzione con
giudizio.
- “qui lo dico e qui lo nego” “ambasciator non porta pena” = asserzione senza
assunzione di responsabilità.
- ubriaco dice castronerie, da sobrio chiede scusa dicendo “non ero in me” : l’istanza
enunciante delle castronerie si riconosce in parte con l’istanza enunciante che chiede
scusa.
Quando si produce un testo non necessariamente si assume o controlla il processo. Io
enunciante può essere in realtà Io collettivo. (lapsus). Comunque l’enunciazione implica
sempre una componente di scelta, entro possibilità definite, come l’interpretazione che per
essere corrette deve rispettare dei limiti.
Per esprimere qualcosa attraverso un determinato linguaggio si deve dare forma alla
sostanza dell’espressione (suoni, immagini statiche, in movimento) come al contenuto
(significato) → funzione segnica tra forma del contenuto e forma dell’espressione.
Dobbiamo immaginare un fruitore probabile: Lettore modello.
→ attori generici: non c’è un soggetto /attori specifici: c’è
→ forma singolativa: riferimento a evento specifico/ forma iterativa: serie di eventi
→ convocazione (Greimas): attingere durante l’enunciazione a varie possibilità
preesistenti, del Soggetto dell’enunciazione. Usa ruoli tematici noti, ma che miscelati a suo
gusto creano una storia nuova.
Marche dell’enunciazione: elementi presenti nei testi, che fanno parte della loro
organizzazione e rimandano alla loro istanza di produzione.
→ simulacro (esempio autoritratto di Wumpp): corrispondenza illusoria tra enunciatore
enunciato e enunciatore/enuncinate empirico (pittore reale)
Il personaggio narratore (voce, istanza di produzione del racconto di un testo narrativo) non
sempre combacia con l’autore, il discorso in prima persona crea il problema, IO autore può
essere diverso da Io narratore (può essere un simulacro di esso), che può essere (livello
narrativo):
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